Superbonus: il cappotto termico

Gli incentivi messi a disposizione in questi mesi sono di proporzioni mai viste prima; sta a noi sfruttarli con criterio, prolungando il nostro orizzonte fino alle future generazioni.

Cari argonauti e argonaute della rete, questo articolo è stato scritto per voi, con cuore e impegno, per poter rispondere a quante più domande possibili. Per tutte le altre, saremo ben felici di sentire la vostra voce e conoscere il progetto che avete nel cassetto. Basterà navigare fino alla pagina contatti.

Questo articolo si suddivide in quattro parti:

Definizione di cappotto termico e panoramica sui materiali sostenibili.

Confronto tra i materiali convenzionali e quelli sostenibili.

Caratteristiche del superbonus al 110%.

Riflessione finale.

Potete navigare dall’ultimo al primo o partire dal secondo, sta a voi scegliere!

È anche possibile scaricare le analisi complete su cui si basa questo articolo:

Download delle analisi comparative.

E ora partiamo.

   

 

Cos’è il cappotto termico?

 

cappotto termico studio lancri modena

 

Il cappotto termico è quello strato dei muri perimetrali e del tetto che aumenta la capacità di isolamento termico e acustico dell’abitazione. Una casa con un buon cappotto termico richiede pochissima energia per essere raffrescata in estate e riscaldata in inverno, crea un clima salubre e aumenta il benessere abitativo.

Perché ciò avvenga i muri devono essere isolanti e traspiranti.

Pensate alla pelle: è l’organo che ci protegge dagli agenti esterni e ci aiuta a regolare la temperatura corporea. I vestiti, poi, sono uno strato ulteriore che aumenta la protezione del corpo. Il muro è la pelle della casa e il cappotto termico sono i suoi vestiti: più questo sistema è traspirante, maggiore è il comfort che si riesce a raggiungere nel corpo dell’edificio.

La scarsa traspirazione dei muri aumenta l’umidità interna, facilita la formazione di ponti termici e muffe, condizioni che rendono la casa insalubre e, in situazioni estreme, richiedono l'evacuazione dell'edificio e il suo risanamento.

Il cappotto termico realizzato in materiali naturali assolve alla duplice funzione di isolamento e traspirazione e contribuisce alla diminuzione dell’impatto ambientale delle nostre abitazioni.

 

 

Cappotto termico esterno o interno?

 

cappotto esterno o interno

 

Interno o esterno, il cappotto termico è un sistema sempre valido. Qui troverete alcune valutazioni che vi aiuteranno a capire quale sia l’intervento ottimale per il vostro contesto.

Il cappotto termico esterno è quello che permette di raggiungere, solitamente in maniera più semplice e senza alterare gli spazi interni, il migliore risultato energetico, eliminando efficacemente i ponti termici, da cui avverrebbe la dispersione del calore. Richiede l’utilizzo di un ponteggio e la realizzazione di opere collaterali (entrambi rientranti nel superbonus) quali l’allungamento dei davanzali o lo spostamento delle persiane. Trattandosi di un intervento che agisce sulla facciata dell’edificio, un occhio speciale va mantenuto su eventuali vincoli architettonici. Vedi tabella nr. 1

Il cappotto termico interno riduce la superficie utile interna ma permette di preservare facciate con vincoli di carattere artistico o storico; è inseribile anche su porzioni di immobile o laddove non si possa intervenire esternamente. In questo caso si risparmia la spesa del ponteggio e l’eventuale occupazione di suolo pubblico. Rappresenta un’ottima occasione per rinnovare le finiture interne e ammodernare gli impianti (si potrebbe, per esempio, sostituire i termosifoni con un impianto più efficiente e ad alto comfort come il radiante a muro). Vedi tabella nr.2

In entrambi i casi si potrà approfittare dell’occasione per sostituire gli infissi, intervento, anche questo, previsto nel superbonus.

 

 

Quali materiali per un cappotto termico in bioedilizia?

 

materiali ecologici cappotto termico studio lancri

 

Canapa, sughero, lana di pecora, ballette di paglia, ma anche fibra di stoffa o fibra di cellulosa riciclate. Questi sono solo alcuni dei materiali utilizzabili e dipendono dalle esigenze dei committenti e dal contesto in cui si opera. Tutte le nostre proposte assicurano un altissimo comfort abitativo e intendono coniugare il risparmio energetico alla sostenibilità ambientale.

Perché questi termini assumano un significato concreto e misurabile (e per soddisfare la nostra naturale inclinazione verso i numeri!), abbiamo preparato due schede tecniche nelle quali mettiamo a confronto diversi tipi di cappotti termici: in edilizia convenzionale e in bioedilizia, partendo dagli stessi parametri.
Se vuoi andare direttamente alle schede clicca qui.

Se invece vuoi prima conoscere le qualità dei materiali naturali per il tuo cappotto termico (e alcuni potrebbero rivelarsi una vera e propria scoperta!) continua a leggere, le schede arriveranno subito dopo.

 
Cappotto termico in fibra di canapa o di kenaf:

 

cappotto termico canapa studio lancri modena

 

È interessante ricordare come prima dell’arrivo della plastica e degli altri derivati del petrolio, Europa e Italia, in particolare, fossero i più grandi produttori di canapa, la quale riusciva a tener testa proprio ai materiali figli dell’oro nero. La canapa e il kenaf sono due fibre naturali molto simili fra loro, sono particolarmente resistenti e hanno una buonissima capacità isolante. I pannelli, presenti in diverse densità e spessori, sono funzionali all’interno, all’esterno e nel tetto. Sono inattaccabili da muffe, insetti e roditori e controllano l’umidità. Le prestazioni sono ottime sia in estate che in inverno.

  

Cappotto termico in ballette di paglia:

 

cappotto termico guida studio lancri modena 003

 

La Paglia è un materiale che sviluppa l’economia locale, è di facile reperibilità e dal costo contenuto. Le ballette di paglia vengono tagliate, inserite in un’intelaiatura di legno, quindi intonacate con calce o argilla. Possono essere utilizzate sia all’interno che all’esterno. Estremamente traspiranti e isolanti, sono una soluzione molto efficace. Tra tutti i materiali isolanti, la paglia è imbattibile dal punto di vista della sostenibilità ambientale: la sua produzione ha una richiesta energetica minima e non emette CO2, anzi, la cattura durante la coltivazione, partecipando così alla riduzione dell’effetto serra. Usare le ballette di paglia significa dare nuova vita a quella che viene considerata uno scarto, in quanto materiale di risulta della trebbiatura.

 

Cappotto termico in lana di pecora:

 

cappotto termico lana di pecora studio lancri 2modena

 

La lana di pecora è ancora troppo poco sfruttata per fini edili, nonostante le sue favolose qualità: favorisce la regolazione dell’umidità negli ambienti, riduce il rischio di condensa, è un ottimo isolante termico sia d’estate che d’inverno, ha elevate capacità di assorbimento acustico e una bassa reazione al fuoco. È l’isolante naturale con le migliori caratteristiche di conducibilità termica. Si presenta in cuscinetti morbidi di diverso spessore, sostenuti da una sottostruttura portante in legno. Questa soluzione è molto funzionale per cappotti interni.

 

Cappotto termico in sughero:

 

cappotto termico sughero studio lancri 2modena

 

La peculiarità di un cappotto in sughero è la possibilità di essere lasciato faccia a vista, senza subire alcun calo prestazionale nel tempo. È un materiale davvero interessante, ottimo isolante termico e acustico che si accontenta di piccoli spessori.

 

Cappotto termico in canna palustre:

 

cappotto termico guida studio lancri modena 001

Foto scattata dall’ing. Carlo Micheletti. 

 

Utilizzata fin dall’antichità per poi venire dimenticata e successivamente rivalutata, la canna palustre è uno dei materiali più convenienti utilizzati in bioedilizia e non teme l’umidità, la marcescenza o i roditori. È perfetta sia per cappotti interni che esterni. Si presenta in pannelli di diversi spessori, le cui canne sono legate assieme in modo da lasciare intatte le cavità interne, responsabili dell’effetto isolante.

 

Cappotto termico in fibra di legno:

 

legno studio lancri

 

La fibra di legno è un materiale di origine vegetale ma è veramente ecologico quando proviene da scarti di lavorazioni di segherie e non da legno vergine. La richiesta minima è la certificazione FSC (Forest Stewarship Council) che assicura una gestione responsabile delle foreste da cui proviene il legno.

Inoltre, i collanti utilizzati per mescolare la fibra devono sempre essere naturali perché si possa parlare di bioedilizia. Esistono anche versioni molto poco sostenibili di pannelli in fibra di legno additivati con bitume per aumentare la resistenza all’acqua. Attenzione, quindi, a ciò che viene proposto come ecologico.

 

Cappotto termico in fibra tessile riciclata:

 

fibra tessile riciclata studio lancri cappotto termico

 

 cappotto termico studio lancri modena materassino stoffa riciclata

Immagine dal sito www.ceilingo.fr

 

Sono diverse le aziende italiane che producono pannelli isolanti con materiale tessile riciclato. Le fibre vengono igienizzate a 180°, quindi lavorate senza l’utilizzo di sostanze chimiche leganti. Questi prodotti a filiera corta hanno ottime prestazioni termiche e acustiche, sono di facile utilizzo, durevoli nel tempo e riciclabili a fine vita.

 

Cappotto termico con pannelli in calcio-silicati:

 

cappotto termico pannelli calcio silicati studio lancri modena

 

Questa soluzione è molto funzionale per cappotti interni in ambienti umidi come garage, semi-interrati e cantine o in qualunque situazione di criticità derivante dall’eccesso di umidità. Molto sfruttati per la sanificazione di ambienti umidi, i pannelli in calcio-silicati sono resistenti alle muffe e sono ottimi anche per la protezione dal fuoco.

 

Cappotto termico in cellulosa riciclata (insufflaggio):

 

fibra cellulosa riciclata studio lancri cappotto termico

 

Si tratta di carta riciclata in fiocchi che viene insufflata, cioè soffiata dentro un’intercapedine già presente o di nuova costruzione. L’aria nell’intercapedine e la fibra di cellulosa insieme isolano sia termicamente che acusticamente. La fibra di cellulosa non teme l’umidità e gli insetti, non emette sostanze nocive ed è traspirante.

 

Cappotto termico in vetro cellulare:

 

cappotto termico vetro cellulare studio lancri modena

 

Qualche parola, infine, va spesa per un materiale di sintesi che non si può definire naturale ma che si ottiene da vetro riciclato al 100%: il vetro cellulare. Ottimo per ambienti umidi, cantine e seminterrati, oppure applicato in aderenza alle fondazioni, crea una barriera e previene la formazione di muffe causate dall’umidità di risalita. Si ottiene un buonissimo risultato anche in pareti orizzontali come i tetti piani.

 

 
Materiali isolanti naturali o convenzionali?

Le due schede che seguono sono il riassunto di un’analisi delle diverse tipologie di cappotti esterni e interni, a parità di intervento (qui invece l’analisi dettagliata).

Abbiamo raffrontato scelte costruttive più convenzionali, come quelle con EPS, XPS, PUR, lana di roccia e fibra di legno, con altre più ecologiche, come quelle con canapa, sughero, cellulosa, canna palustre, lana di pecora e paglia, focalizzando l’attenzione sui sei aspetti:

  • Il funzionamento della trasmissione della temperatura attraverso il muro.
  • Il comfort abitativo ottenuto, cioè il microclima interno che si genera nella stagione estiva e in quella invernale.
  • Lo spessore di cappotto necessario per ogni materiale isolante per raggiungere la stessa trasmittanza.
  • L’impatto ecologico, dato dal consumo energetico e dall’emissioni di CO2 in fase produttiva.
  • Il tipo di smaltimento.
  • La salubrità per l’operatore in fase di posa del materiale.


Tutti i materiali isolanti considerati permettono di raggiungere buone prestazioni energetiche e il conseguente abbattimento delle spese di riscaldamento e raffrescamento; ma quelli a base naturale offrono migliori benefici in termini di microclima interno, soprattutto nella stagione estiva, grazie a una migliore inerzia termica. In aggiunta, i materiali isolanti naturali offrono enormi vantaggi ambientali perché riducono i consumi energetici, le emissioni di CO2, sono biodegradabili e non danneggiano la salute dell’operatore in cantiere.

Merita infine una riflessione la capacità dei materiali naturali di creare ambienti molto più salubri, che abbattono la crescente criticità dell’inquinamento indoor e della presenza di VOCs (volatile organic compounds) o in italiano COV (composti organici volatili). Inquinamento indoor e VOCs sono parametri che abbiamo deciso di non inserire nelle tabelle in quanto estremamente complessi da valutare, anche per mancanza di ricerche indipendenti che forniscano dati oggettivi.

 
Scheda tecnica nr. 1 - cappotti esterni

studio lancri analisi cappotti superbonus scheda1

 
Scheda tecnica nr. 2 - cappotti interni

studio lancri analisi cappotti superbonus scheda2

 

Legenda

(come tradurre termini tecnici in parole semplici e parlare la stessa lingua).

Trasmittanza del muro (U): la quantità di potenza termica scambiata per unità di superficie, ossia la conducibilità termica di un elemento costruttivo, nel nostro caso, di un muro. Misurata in watt/m2K.

Sfasamento termico: la differenza di tempo fra l’ora in cui si registra la max temperatura sulla superficie esterna e l’ora in cui si registra la max temperatura sulla superficie interna. Misurato in ore.

Indice di attenuazione: è la riduzione della curva termica nell’attraversare gli strati del muro. Per esempio: un fattore di attenuazione pari a 10 indica che la temperatura all’esterno varia 10 volte di più rispetto all’interno. Ciò significa che a fronte di una variazione esterna di 20°C (ad esempio da 15 a 35°C) avremo una variazione interna di 2°C (da 24 a 26°C). Si esprime in numero.

 

sfasamento e attenuazioni 01

 

Capacità termica interna: chiamata tra gli addetti ai lavori anche “massa termica”, rappresenta la capacità di un componente edilizio (nel nostro caso il muro perimetrale) di accumulare i carichi termici provenienti dall’interno dell’edificio. Più questo valore è alto più la superficie interna del muro si mantiene costante nell’arco della giornata, offrendo un miglior comfort climatico interno, sia in estate che in inverno. All’aumentare della capacità termica interna, calano fino a scomparire le muffe e le fastidiose correnti d’aria causate dalle variazioni di temperatura.

Comfort abitativo: è il benessere che si raggiunge all’interno degli ambienti in termini di qualità del microclima, di percezione della temperatura, di sbalzi di umidità relativa e di formazione di correnti d’aria (generate dagli sbalzi termici). È stato valutato prendendo in considerazione i parametri di trasmittanza del muro, massa termica, sfasamento termico ed attenuazione termica estiva.

 

studio-lancri-cappotto-superbonus confort interno 01

 

Spessore totale del muro: lo spessore del muro a cappotto ultimato, comprensivo delle finiture. Misurato in cm.

Energia primaria incorporata (o energia grigia): è l’energia non rinnovabile consumata per la produzione del materiale da costruzione. Il calcolo è stato svolto per metro quadrato di capotto eseguito, comprensivo di tutti gli strati che lo compongono. Misurato in kWh/m2.

Emissioni di gas serra CO2 equivalente: è la misura della “carbon footprint”, ovvero una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associata direttamente o indirettamente a un’attività umana, nel nostro caso la realizzazione di un cappotto. Misura cioè l'impatto sul riscaldamento globale. Misurato in kg di CO2 equivalente su metro quadrato di parete.

Smaltimento: Il procedimento a cui è sottoposto il materiale al termine del suo utilizzo, per esempio in seguito alla demolizione. Le alternative possono essere: naturale disgregazione, riciclo o conferimento in discarica come rifiuto speciale. Il riciclo può avere costi energetici molto diversi.

Misure precauzionali durante il montaggio: precauzioni da adottare per la sicurezza dell’operatore durante la lavorazione e la posa del materiale in cantiere. È strettamente legata alla qualità del materiale. Il maneggiamento di alcuni prodotti può portare all’inalazione di sostanze irritanti o tossiche, polveri, polveri sottili e VOCs, ad abrasioni, tagli o bruciature della cute, così come danni agli occhi.

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Cappotto termico e Superbonus del 110%

Ultimo, ma non per importanza, il tema degli incentivi. Già prima del Superbonus era possibile ricevere un rimborso parziale per le opere di efficientamento energetico, ma il Decreto Rilancio è stato di una forza travolgente e introduce nuovi vantaggiosi criteri. Ci siamo immersi nell’argomento per voi!

 

superbonus studio lancri

 

Il decreto rilancio 2020, le linee guida dell’agenzia delle entrate e i successivi decreti attuativi (i cui link sono al termine dell’articolo), prevedono la possibilità per massimo due unità immobiliari di proprietà, anche se seconde case, di usufruire di un bonus del 110 % su interventi strutturali oppure di risanamento energetico, come ad esempio, il cappotto termico.

Le modifiche al decreto legge e i ripetuti aggiornamenti delle scadenze, nonché il costante cambiamento dei criteri e delle relative eccezioni, compongono un quadro normativo in continua evoluzione; per questo preferiamo rimandarvi direttamente al sito dell'Agenzia delle Entrate, che trovate nei link utili, in fondo all'articolo.

Indipendentemente dalla data di avvio degli interventi, occorre fare riferimento alla data dell’effettivo pagamento (se siete persone fisiche, esercenti arti e professioni o enti non commerciali) o alla data di ultimazione della prestazione (se siete imprese individuali, società o enti commerciali).

Possono richiedere il superbonus privati, onlus, società sportive dilettantistiche, cooperative abitative, condomini e istituti di case popolari.

L’agevolazione consiste nella detrazione dell’ammontare dalle imposte di irpef/ires, ed è da ripartire in cinque quote annuali di pari importo. La detrazione è ammessa entro il limite che trova capienza nell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi. In sostanza, la quota annuale della detrazione che non trova capienza nell’imposta lorda di ciascun anno, non può essere utilizzata né rimborsata.

 

cappotto termico impatto ambientale studio lancri modena

 

Ma la grande svolta di questo decreto risiede nella possibilità di cedere il credito alla ditta che effettua i lavori o ad altri soggetti, come le banche.

Cedere il credito alla ditta presenta il vantaggio di ricevere uno sconto direttamente in fattura. Grazie al Superbonus, quindi, si potrebbe realizzare un cappotto termico in bioedilizia ad un costo irrisorio, tendente al nullo.

Cedere il credito a un istituto bancario prevede l’apertura di una pratica con la Banca, la quale riconosce in denaro il corrispettivo già pagato all’impresa. Questa soluzione potrebbe avere costi differenti a seconda delle banche interpellate e alcuni istituti di credito si sono già espressi a riguardo.

Per ogni intervento, infine, sono previsti precisi massimali. Ecco quelli relativi alla sola realizzazione del cappotto termico:

- 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
- 40.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari.
- 30.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

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In conclusione

 

vento soffia favorevole

 

Il vento soffia favorevole per chiunque abbia bisogno di isolare termicamente e/o acusticamente la propria abitazione; farlo in bioedilizia significa avere a cuore il benessere abitativo, che è molto più di una classe energetica, è anche salubrità dell’ambiente e regolazione dell’umidità interna.

La scelta di utilizzare materiali che abbiano un basso impatto ambientale, poi, rappresenta il nostro contributo ad una sfida che le istituzioni dovrebbero, a nostro parere, incentivare con decisione e costanza. Il Green New Deal europeo, ratificato nel dicembre 2019, individua nell’edilizia una delle otto attività economiche fulcro per contrastare la crisi climatica. La ragione risiede nel peso che l’edilizia ha in termini di emissioni di anidride carbonica: il 40% di quelle globali.

Se vogliamo veramente essere il primo continente a zero emissioni entro il 2050, è ora di cambiare rotta e virare verso un’edilizia più consapevole.

 

Download delle analisi comparative su cui si basa questo articolo.

 

Chiamaci per una valutazione tecnica

 

E infine, come promesso, i link utili:

Decreto-legge del 19 maggio 2020, o “Decreto Rilancio”

Linee guida al Superbonus dell'Agenzia delle entrate

Decreto attuativo del Superbonus

FAQ del sito dell'Agenzia delle entrate



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Autori:

 

valentina minarini

Valentina Minarini, copywriter e social media manager.  
Quello che amo del mio lavoro è riuscire a trasmettere valori e personalità, con un occhio sempre attento alla sostenibilità. Sono valutatrice di impatto, una figura ancora poco conosciuta... per ora.

 

ing luca cristiani studio LANCRI2

Luca Cristiani, ingegnere edile/architetto. 
Ho deciso di diventare ingegnere quando ho scoperto che non avrei potuto giocare per sempre con i Lego. Adesso progetto case in bioedilizia e impianti ad energia rinnovabile con la stessa passione dei bambini.

 

studio lancri elisa lancellotti autoritratto quadrato 2

Elisa Lancellottiingegnere edile/architetto.
Bioedilizia, bioarchitettura e bioclimatica sono il mio pane quotidiano. La Direzione Lavori è la mia pelle. Ho fondato lo Studio Lancri per progettare e costruire un vivere sostenibile.

 
 

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